Stamattina mi sono alzata alla buon’ora! A sorpresa mi ha scritto un’amica, una cara amica dei tempi dell’università…
Parlando del più e del meno è uscito fuori il discorso nervosismo, tristezza, noia.
Eh si, non so neanche io come, ma siamo arrivate a parlare del lavoro.. del posto nel mondo… di cui noi siamo ancora alla ricerca.
Avere 27 anni, per carità non sentirseli, ma non sapere se sei carne o pesce non è bello.
Quello che ognuno di noi si auspica una volta finita la scuola dell’obbligo, è di fare un qualcosa che in futuro ti permetta di diventare qualcuno, di essere indipendente.. Invece, sempre più spesso ormai, i giovani sono costretti a starsene a casa, con mamma e papà (nel migliore dei casi), a grattarsi la pancia in attesa di qualcosa, o a sentirsi denigrati, sfruttati per un qualcosa che non hanno scelto.
Come la maggior parte della popolazione giovane laureata, anche io sono alla ricerca del mio posto nel mondo. Sono alla ricerca di un futuro, di una indipendenza sempre più lontana….
Eh si, il discorso cade sempre lì. Studi, fai sacrifici, e alla fine vorresti vedere i frutti di quei sacrifici… Io come la maggior parte della gente, ho fatto i miei di sacrifici, quando avrei potuto per ovvie ragioni rallentare il passo, allentare la presa, mi sono ritrovata catapultata ancora di più in quel mondo che una volta sentivo mio: la comunicazione.
Da piccola avrei voluto fare il medico, come mio papà, poi sarà stato il caso, il destino, il fato, la fortuna, chiamatelo un pò come vi pare, non sono stata ammessa veramente per poco….
Ho ripiegato su scienze della comunicazione, sperando che essendo un percorso nuovo, in un futuro, una volta raggiunto il famoso pezzo di carta, le aziende avrebbero fatto la corsa per accaparrarsi i migliori…
Onestamente, nonostante abbia ancora tanto da imparare, mi sento brava in quello che faccio… pur non avendo avuto chissà quante esperienze…
Invece, raggiunto per ben due volte il traguardo, le aziende hanno continuato ad ignorare i laureati in comunicazione.
Se mi volto indietro, vedo tante cose che ho fatto e di cui sono fiera e orgogliosa, e tante altre strade che ho imboccato, che se potessi tornare indietro non prenderei più!
Una tra queste è comunicazione.
Per quanto mi piaccia, per quanto ami quello che dovrebbe essere il mio lavoro, qui in Italia c’è ancora troppa ignoranza riguardo questo tema. Non sono pronti a formare i comunicatori, non sono pronte le aziende ad inserirli nei loro piani.
Bisognerebbe stravolgere interamente il piano di studi di comunicazione, bisognerebbe inventare corsi adatti agli addetti al settore… invece poi leggi che tizio o caio, direttore marketing di questa o quella società, non è laureato in comunicazione, non è laureato in economia, bensì in filosofia.
Nulla da togliere ai laureati in filosofia, agraria o quello che sia… ma perchè in Italia si tappano i buchi invece di formare seriamente le persone? Non sto dicendo che un laureato in filosofia non sia in grado di fare un piano di comunicazione, di fare una analisi SWOT di questo o quel settore/prodotto, o non possa inventare dal niente una campagna di guerrilla… sto solo cercando di far valere quelli che dovrebbero essere i diritti delle persone che hanno scelto di fare scienze della comunicazione.
Comunque, per tornare al tema principale del post, il discorso della mia amica, e il posto nel mondo che ognuno di noi cerca, la mia amica stamattina ha aggiunto anche una frase agghiacciante al discorso che facevamo:
“Ho la sensazione di non aver combinato nulla. Di non aver ancora trovato la mia strada…”
Ci avete mai pensato voi alla vostra strada? al vostro posto nel mondo?
Ultimamente io ci penso troppo spesso. Sempre come si dice a Napoli, sto come una pila elettrica!
Vorresti fare, dire, spaccare il mondo.. ma poi in fin dei conti, il mondo te lo ritrovi pesante sulle spalle…
I giorni diventano tutti uguali, non ha più senso il lunedì, il martedì, o il giovedì… Vedi le persone intorno a te impegnate nelle loro cose, e il tutto finisce di tenderti ancora di più come una corda.
Vorresti poter fare tante cose, seguire le tue passioni, ma anche queste hanno un costo.
Quando ero piccola oltre ad immaginarmi con un camice bianco addosso, spesso sognavo e mi vedevo impegnata sempre ad organizzare questo o quello, con una famiglia.. dei figli, un cane…
Oggi, quando sogno ( in realtà sono incubi), mi vedo, se tutto va bene, alla cassa di un supermercato a dare il resto ai vecchietti, con i quali scambiare due parole…
Non sto denigrando coloro che fanno i cassieri di professione, ma rendetevi un pò conto voi di quella che è la situazione in Italia oggi giorno.
Molti diranno, “prendi e parti!”. Eh, avete ragione, ci ho pensato davvero più di una volta, ma fuori dall’Italia, il mondo dei comunicatori, è molto ma molto diverso da qui.
Dalle informazioni che ho appreso, se non hai contatti tuoi, creati nel tempo, non potrai mai fare comunicazione. Se non sei anche grafico, account manager, seo specialist e compagnia cantando, rimarrai per buona parte del tuo tempo a fare fotocopie in uno sgabuzzino, sottopagato.
Quando dico di voler trovare il mio posto nel mondo, non dico di volere chissà cosa.
Voglio solo poter mettere in pratica quello che ho studiato per anni, voglio solo che qualcuno si accorga che dentro c’è un enorme potenziale da coltivare e far crescere, voglio solo essere pagata onestamente per quello che so e imparerò ancora a fare.
Voglio poter andar via di casa, vivere da sola, iniziare seriamente a pensare ad un futuro, ad un marito, a dei figli, ad un cane…
La cosa si complica ancor di più, quando senti e vedi le tue amiche dell’università che stanno andando a vivere con i loro compagni, che stanno organizzando il loro matrimonio…
A questo punto ti senti ancora di più fuori dal mondo, sul precipizio, pronta a cadere in un burrone e a non rialzarti più.
Non è questo il futuro che voglio. Non è questo il mio posto nel mondo….